Come vincere Sanremo con l'intelligenza artificiale
Esiste un nuovo strumento che ti permette di creare delle canzoni da zero. L'ho provato e questi sono stati i risultati. È il futuro della musica?
Cari amici dell’orso Bruno,
Nel pieno dell’adolescenza ho iniziato a strimpellare la chitarra elettrica, ma - prima di oggi - la mia carriera musicale non è mai stata memorabile. Un amico ha scritto in un sito specializzato una recensione del primo concerto del mio gruppo. Ci ha descritti con queste parole, più o meno: «Sembrava di essere al mercato del pesce» (e per fortuna che era un amico).
Ai tempi bisognava ancora saper suonare e io volevo solo bruciare le tappe. Ora questo inconveniente è definitivamente superato: sono abbastanza convinto che presto - molto presto - vincerò il festival di Sanremo.
Qui vi spiego come. O quanto meno, se avrete la pazienza di leggere (e soprattutto di ascoltare le mie canzoni - armatevi di cuffiette), vi spiego come la musica sta per cambiare per sempre; come basterà un computer per fare qualsiasi genere musicale (più di adesso, intendo); come anche voi potrete suonare una serenata alla vostra anima gemella (alla mia dedico le newsletter, ma non se ne accorge). E come la verità e il talento saranno presto dei concetti fuori moda.
Il prologo
Questa storia parte da un prologo che ci riporta all’inizio del 2023. Ai tempi sembrava che tutto il mondo parlasse solo di ChatGpt, una sorta di assistente virtuale creato con l’intelligenza artificiale. Una grande massa di persone si era imbattuta in uno strumento tecnologico all’apparenza nuovo, fatto di algoritmi in grado di mettere insieme le parole e di simulare la comprensione di un dialogo.
Non è questo il posto per entrare nel tecnico, e quindi mi scuserete per tutte queste banalizzazioni. Quello che conta, per ora, è che fin da subito si era diffusa una certa curiosità. Online era pieno di guide che immaginavano nuove frontiere della creatività, dove l’unico limite era la nostra capacità di formulare le domande giuste.
Siccome mancavano pochi giorni a Sanremo, l’idea di Stefano Feltri, direttore del giornale dove lavoravo, era di testare ChatGpt in maniera particolarmente originale. Dovevamo chiedere all’intelligenza artificiale di scrivere il testo di una canzone che avrebbe potuto vincere il festival.
Rinascere
L’articolo che ne è nato, pubblicato sul giornale, era ovviamente una provocazione. La musica italiana, e quella sanremese in particolare, risponde a canoni ben definiti. È abbastanza ingenuo, e un filo troppo romantico, immaginare che dietro a tutto ci siano sempre e solo talento e creatività.
La gara del festival è soprattutto una battaglia fra case discografiche, produttori e agenti – solo dopo arrivano anche le canzoni. E allora, perché non testare l’intelligenza artificiale, fino a chiederle di fare il lavoro sporco?
Il risultato è stato questo, tutto scritto da ChatGpt:
Verse 1:
Era un giorno grigio, non c'era luce
Ero perso nel buio, non c'era speranza
Ma poi ho visto un raggio di sole
Che mi ha dato la forza di alzarmi e di andare avantiChorus:
Rinascere, rinascere
Come un fiore che spunta dalla terra
Rinascere, rinascere
Perché la vita è un dono preziosoVerse 2:
Era un giorno triste, non c'era amore
Ero solo e ferito, non c'era conforto
Ma poi ho incontrato te
E mi hai dato la forza di amare di nuovoChorus:
Rinascere, rinascere
Come un fiore che spunta dalla terra
Rinascere, rinascere
Perché la vita è un dono preziosoBridge:
Non importa quante volte cadi
L'importante è rialzarsi
E guardare sempre avanti
Con la speranza nel cuoreChorus:
Rinascere, rinascere
Come un fiore che spunta dalla terra
Rinascere, rinascere
Perché la vita è un dono preziosoOutro:
E adesso so che posso farcela
Perché ho imparato a rinascere
E non c'è nulla che mi possa fermare
Perché la vita è un dono prezioso.
Il testo
Se dovessi basare tutto sul mio gusto personale, il risultato è ovviamente tremendo. Ma è poi tanto peggio di testi come quello qui sotto – tratto da uno dei più importanti successi dell’ultimo festival?
Un ragazzo
Incontra una ragazza
La notte poi non passa
Vedrai non finirà
La musica
Qualche giorno dopo la pubblicazione dell’articolo, un lettore ci ha scritto per proporci di mettere il testo in musica. Nel giro di poco, ci ha inviato quella che tecnicamente si definisce una demo, ovvero la versione ancora “grezza” di una canzone.
L’esperimento ci ha divertito molto, abbiamo pubblicato la canzone, come racconto ironico di un possibile scenario futuro (e un modo divertente per coinvolgere i nostri lettori).
A distanza di poco più di un anno però la tecnologia ha fatto ulteriori passi in avanti. E ora esistono degli algoritmi che sono in grado di concludere tutto il lavoro - creando la base musicale, la linea vocale, il cantato e mettendo a disposizione una canzone completa, quasi come se fosse stata suonata da un gruppo.
Non solo. Pagando pochi euro, si può accedere alla versione premium e acquisire i diritti della canzone, potendola pubblicare su Spotify a nostro nome.
La canzone
Così mi sono messo a fare delle prove e ho trovato quello che, a mio avviso, è lo strumento migliore per semplicità ed efficacia. Si chiama Suno e in sostanza ha due modalità per creare musica:
quella generica - che crea un testo e una musica partendo da una descrizione;
quella custom - che fa lo stesso, ma partendo da un testo fornito dall’utente.
In sostanza, io le ho dato in pasto il testo di Rinascere, scritto un anno fa da ChatGpt. E le ho dato come istruzione quella di creare una ballad rock italiana, con un’intro di chitarra.
Il risultato è stato questo. Potrebbe davvero vincere il festival?
Onde nel cuore
Facciamo un piccolo riepilogo del processo.
Il testo lo ha scritto ChatGpt con una piccola descrizione – «scrivi una canzone che potrebbe vincere Sanremo». Quel testo è stato poi incollato su Suno, che ha pensato alla musica e alla voce, seguendo delle istruzioni molto generiche sul genere da rispettare. In totale, il lavoro necessario è stato più o meno di un minuto.
Il risultato non è perfetto, soprattutto all’inizio si sente che c’è qualcosa di strano. Ma è comunque credibile, anche se forse ancora non sufficiente per vincere Sanremo.
E allora sono ripartito da un’altra newsletter, scritta dal critico musicale Federico Pucci, che si è messo a contare le parole più usate per i testi dell’ultimo festival di Sanremo.
Questo è l’elenco:
mare
cielo
piove
lacrime
sorriso
occhi
cuore
amore
Ho chiesto a ChatGpt di scrivere un testo usando questi termini. E ho chiesto a Suno di metterla in musica. Il risultato è stato questo.
Nel blu di un cielo che si schiarisceeee
Fuoco freddo
A parte il finale brusco, e qualche parola inesistente in italiano, direi che ci siamo! Ci stiamo avvicinando a quello che cercavo. Poi però mi è venuto in mente che c’è stato un gruppo che negli ultimi anni non solo ha vinto Sanremo, ma ha anche trionfato all’Eurovision e poi è diventato famosissimo nel mondo.
Ho chiesto a ChatGpt di scrivere un testo nello stile dei Måneskin e poi a Suno di pensare alla musica.
fuoco freddo nei tuoi occhi che non mentonooo
Ghost of you
Ma appena abbiamo assaggiato un po’ di successo, non ci accontentiamo del mercato italiano (con i suoi guadagni limitati). Ho chiesto dunque a ChatGpt di passare all’inglese e di scrivere una canzone imitando Taylor Swift (la pop star miliardaria), e poi come sempre l’ho dato in pasto a Suno. Ed eccoci qui.
Intelligenze
In questa newsletter ovviamente ho solo giocato. Ma la questione può essere presa anche dal lato più serio e riguarda più in generale il dibattito sull’intelligenza artificiale.
Anche solo circoscrivendolo al perimetro della musica, che opinione dobbiamo avere di Freddie Mercury che canta Bellissima di Annalisa o Matteo Salvini che canta My Way (oltre a ridere tantissimo)?
Ancora più seriamente: cosa dobbiamo pensare dell’«ultima canzone dei Beatles», costruita grazie all’intelligenza artificiale, che ha ripulito una vecchia registrazione di John Lennon?
Scelte
Il punto è capire dove ci interessa mettere il confine del nostro intrattenimento. Il prodotto che abbiamo in mente deve essere qualcosa di ideato, costruito, sudato – in altre parole, «vissuto» – dal suo autore? Deve essere un’opera, che rifletta anni di esperienza, le delusioni e le incertezze di chi lo ha scritto? O ci basta che siano solo parole e note, e poi tutto il resto ce lo costruiremo sopra noi?
Se siamo abituati alla famosa citazione del giovane Holden – «Quelli che mi lasciano proprio senza fiato sono i libri che quando li hai finiti di leggere e tutto quel che segue vorresti che l’autore fosse un tuo amico per la pelle e poterlo chiamare al telefono tutte le volte che ti gira» – ci basterà sognare di avere degli algoritmi come amici?
Il fatto è che certa innovazione è forse filosoficamente troppo prosaica, e troppo poco umana. Ma il mercato musicale ha in fondo già preso quella stessa direzione, che ora ci viene l’istinto di ripudiare. E non sono solo certi artifici tecnologici – come l’autotune – a dimostrarlo. C’è il fatto che le canzoni sono spesso solo prodotti del commercio: l’intelligenza artificiale rischia di essere solo un acceleratore di una tendenza che è comunque già in atto.
E se c’è una resistenza da fare non è tanto, o non solo, rispetto a uno strumento tecnologico. È il modo in cui lo usiamo che conta: le scelte che facciamo, anche come consumatori.
Per il resto, questo strumento può essere utilissimo per usi più creativi. Ad esempio, se mai vi capiterà di registrare un podcast nella vostra cameretta, ora potrete costruirvi anche la colonna sonora.
Quella qui sotto è la nuova sigla della newsletter.
Per questo episodio è tutto,
ci rivediamo fra una settimana
Daniele
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